venerdì 9 maggio 2014

Paccheri ripieni al raghù e mozzarella

Ricetta


Ingredienti

• Carne trita mista
• Carote medie
• Cipolle
• Salsa di pomodoro
• Prezzemolo fresco
• Aglio
• Alloro
• Olio d’oliva
• Sale, pepe e noce moscata, origano
• Paccheri

Procedimento


Per il ragù

Mettere in padella un filo d’olio con un trito di carote, cipolle, prezzemolo e aglio e far soffriggere.
Sbriciolare la carne e far rosolare fino a quando non cambi di colore. Aggiungere la salsa di pomodoro. Aggiustare di sale, pepe, noce moscata e origano. Aggiungere l’alloro e lasciar cuocere per un’ora e mezza circa.

Per la pasta

Scottare i paccheri in acqua salata per qualche minuto, scolarli, farli raffreddare e disporli in una placca per mantenere la forma.
Quando il ragù è pronto, farlo intiepidire e riempire i paccheri con il ragù, aggiungendo anche la mozzarella a dadini all’interno.
Disporli su una teglia da forno “sporcata “ di ragù in precedenza.
Aggiungere un filo d’olio sui paccheri, una grattugiata di grana e infornare a 200°C per 20/30 minuti.


PACCHERI DI GRAGNANO


Dal grano della terra di camorra sono nati i "Paccheri" di don Peppe Diana.
Il grano è quello prodotto su un bene confiscato a Pignataro, raccolto ai primi di agosto da decine di ragazzi provenienti da tutt'Italia, arrivati a Castel Volturno, in un terreno confiscato al camorrista Michele Zaza,  per  contribuire a creare la prima cooperativa Libera Terra della Regione Campania.
Il pacco reca la scritta "Il g(i)usto di Campania - Le terre di don Peppe Diana" e contiene paccheri artigianali fatti dai pastai di Gragnano, per sostenere la nascita della cooperativa "Le terre di don PeppeDiana".
Durante la lavorazione la pregiatissima semola viene trattata con metodo artigianale ed essiccata lentamente a basse temperature, per mantenere inalterato lo straordinario gusto del miglior grano duro raccolto sui terreni confiscati alla camorra nel comune di Pignataro Maggiore (CE), unito a quello coltivato dalle cooperative che gestiscono i terreni confiscati alla mafia e dagli agricoltori campani e del sud Italia che ne condividono il progetto di riscatto. Non è impiegato alcun diserbante nocivo per l'uomo e per l'ambiente. Questa pasta è dedicata a Don Peppe Diana, il prete ucciso nella sua Chiesa il 19 marzo 1994 a Casal di Principe per non aver mai chinato la testa davanti alla violenza e all'arroganza della camorra.





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