Intervista a Don Ciotti

Con il rapimento nel 2009 di Lea Garofalo e il ritrovamento del suo corpo, con i funerali pubblici quattro anni dopo la sua morte, Milano si è svegliata, accorgendosi ad un tratto che le mafie sono, anche al nord, pervasive e potenti.
Don Ciotti disegna i contorni di un fenomeno “capillarmente diffuso” che, logora in profondità la legalità e la giustizia e colpisce al cuore la dignità della persona. Ma le mafie si possono sconfiggere se la politica, la Chiesa e la comunità civile faranno la loro parte.

INTERVISTA IMMAGINARIA A DON CIOTTI

Nel realizzare questa intervista abbiamo utilizzato alcune dichiarazioni rese da Don Ciotti al settimanale Famiglia Cristiana il…

• DA QU ANTI ANNI ESISTE LA CAMORRA?

La Camorra esiste da 400 anni, da oltre 150 Cosa Nostra, la ’ndrangheta è solo poco più giovane.

• DOVE SI TROVA LA MAFIA?

Le mafie si trovano in tutta Italia, hanno radici al Sud, ma i frutti, da qualche tempo, li producono al Nord con grande stupore delle persone; infatti, già nel 1983 un delitto di mafia uccide a Torino il magistrato Bruno Caccia.

• COME AGISCE LA MAFIA OGGI?

Oggi uccidono di meno, riciclano di più; con la loro capacità di anticipazione e adattamento, hanno saputo inserirsi nei meccanismi dell’economia “immateriale”, aumentando i profitti e diminuendo l’allarme sociale.

• IN CHE MODO LA MAFIA INFIERISCE AL SUD?

Al Sud, dove i diritti fondamentali delle persone sono tuttora compromessi, dove non c’è lavoro, il sistema sanitario non funziona, la scuola di qualità non è garantita a tutti, e, come in Calabria in maniera particolare, si vive un isolamento da parte del paese, ci si convince che il potere della mafia assicura ciò che il potere dello Stato nega.

• COSA COMPORTA L’ ARRESTO DI UN MAFIOSO?

L’arresto di un mafioso non dà i risultati che ci aspetteremmo perché le ragioni per le quali egli era potente e aveva consenso sociale, non vengono meno. Al Nord la rimozione del fenomeno ha accompagnato un’infiltrazione profonda ed invasiva.

• PERCHE’ NON RIUSCIAMO A CONTRASTARE LA MAFIA?

Ci siamo ostinati a dire che il problema riguardava le regioni meridionali senza capire che il vero guadagno le mafie lo realizzano al Nord. Sono state capaci di approfittare dell’economia malata di questi anni, mentre noi non ci siamo dati gli strumenti per contrastarle. Ci ostiniamo a non capire che al pizzo o all’estorsione corrispondono i silenzi delle banche, la mancanza di una legislazione adeguata sulla trasparenza e di contrasto dei paradisi fiscali, del riciclaggio e dell’auto-riciclaggio.
La verità, è che loro sanno anticipare il cambiamento più di noi. Tanto sanno restare legati alle tradizioni anche arcaiche tanto sanno stare nella modernità.
Noi abbiamo smarrito il senso della famiglia, della terra, delle radici e non abbiamo gli strumenti, o non vogliamo averli, per stare dentro questa modernità.

• DA COSA NASCE IL PROBLEMA DELLE MAFIE?

Il problema delle mafie nasce innanzitutto da un deficit di cultura e responsabilità. La loro espansione si avvale di coscienze addormentate e indifferenti.

• QUAL È IL PRIMO IMPEGNO PER COMBATTERE LA MAFIA?

Il primo impegno dovrebbe essere quello di smontare il convincimento che l’illegalità è conveniente, al contrario produce povertà, paura e violenza.

• C’E’ UN RAPPORTO TRA POLITICA E MAFIA?

Penso che la politica dovrebbe riuscire a emettere un giudizio su se stessa prima ancora che emergano reati. So che c’è una politica che in alcune zone del paese con il voto di scambio tiene la società sotto ricatto e abitua la comunità a essere ricattata. Se invece di rafforzarti nella tua dimensione di cittadino, riconoscendo i tuoi diritti, ti tengo legato ai miei favori ti rendo permeabile ai poteri mafiosi.

• DI QUALI STRUMENTI DISPONIAMO PER CONTRASTARE LA MAFIA?

Disponiamo di strumenti di contrasto efficaci, come la legge sulla confisca dei beni e il loro uso sociale.

• CI SONO DEI PROBLEMI RIGUARDANTI LA LEGGE DEI BENI CONFISCATI?

Ci sono dei meccanismi che rallentano l’iter di confisca e di assegnazione. C’è il problema delle aziende, di cui solo una minima parte è riuscita a sopravvivere. Problemi che chiedono risposte all’altezza, perché quella dei beni confiscati è una partita che non possiamo permetterci di perdere.

• PERCHE’ SI DEVE ISTITUIRE L’ALBO DEGLI AMMINISTRATORI DEI BENI CONFISCATI?

Per evitare, come purtroppo accade, che a gestire le imprese sequestrate ci siano prestanome dei mafiosi.

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