venerdì 9 maggio 2014

Casarecce alla norma


Ingredienti (per 4 persone)

• 500 gr di Caserecce fresche
• passata di pomodoro (vellutata)
• 1 melanzana
• 1 spicchio di aglio
• olio di semi
• sale
• ricotta salata grattugiata ( o pecorino)
• basilico

Procedimento

In un tegame versare un po’ d’olio e aggiungere uno spicchio d’aglio, poi versare anche la passata. Lasciar cuocere aggiustando di sale e di pepe. A fine cottura aggiungere 2 o 3 foglie di basilico. Prendere la melanzana, ricavare 8 fette spesse mezzo centimetro e tagliare a cubetti il resto. Lasciare spurgare la melanzana aggiungendo una manciata di sale grosso per almeno un’ora. Poi asciugare bene i pezzi di melanzana e friggerli in una padella con olio di semi ben caldo. A cottura ultimata appoggiare le melanzane su carta assorbente.
Mettere l’acqua a bollire e salarla, al bollore aggiungere la pasta e farla cuocere il tempo necessario. Riscaldare il sugo di pomodoro aggiungendoci i cubetti di melanzana fritta. Scolare la pasta al dente e completare la cottura in padella con il sugo (ricordando di tenere da parte un bicchiere di acqua di cottura nel caso la pasta fosse troppo asciutta).
Infine impiattare aggiungendo ad ogni piatto 1 o 2 fette di melanzana fritta e una bella spruzzata di pecorino o ricotta. Buon appetito!

Caserecce artigianali di Corleone
Libera Terra recupera la secolare tradizione della produzione di pasta nella città di Corleone, valorizzando l’esperienza dei maestri pastai della Cooperativa Rinascita Corleonese. La pregiatissima semola, dopo essere stata impastata, viene trafilata al bronzo ed essiccata lentamente in celle statiche, preservando le straordinarie caratteristiche organolettiche delle migliori selezioni di grano duro. La pasta è dedicata a Bernardino Verro che, nei primi del ‘900, si pose alla testa dei fasci siciliani contro la mafia del latifondo difendendo i poveri e i contadini della sua Corleone, sino a divenirne sindaco. Subì l’infamia e la violenza mafiosa fino alla tragica morte ma, non cessò mai di credere e difendere le sue idee per una società più giusta e democratica. Libera Terra è l'anima agricola delle cooperative che, sotto il segno dell'associazione Libera, gestiscono i terreni e gli impianti confiscati alla criminalità organizzata condividendo il progetto di riscatto con tanti produttori del Sud Italia. La pasta Libera Terra è dedicata a tutti coloro che onorano il ricordo delle vittime delle mafie attraverso il proprio impegno quotidiano.
Con Libera il g(i)usto di viaggiare offriamo un turismo basato su principi di giustizia sociale ed economica, nel pieno rispetto dell’ambiente e delle culture, con lo scopo di contribuire allo sviluppo delle realtà delle diverse regioni italiane. Il g(i)usto di viaggiare offre la possibilità di conoscere e assaporare gusti, profumi e cibi tipici delle nostre regioni per riscoprire i sapori più genuini della terra, selezionati secondo criteri di qualità. A partire da quelli prodotti dalle cooperative agricole che gestiscono i beni confiscati e che da tempo hanno intrapreso un lungo percorso produttivo mediante la produzione biologica: i vini, le paste artigianali, i legumi tipici riscoperti, conserve tradizionali, oli che sono solo alcuni dei prodotti che Libera Terra promuove e commercializza nella distribuzione e ristorazione selezionata.


Bicchierino di ricotta con marmellata d' arance

Ricetta

Ingredienti

Arance candite 50gr
Ricotta 1,2kg
Gocce di cioccolato 100gr
Zucchero a velo vanigliato 280gr

Procedimento

Sgocciolare per bene la ricotta di pecora in un colino e poi mischiarla in una ciotola con lo zucchero a velo vanigliato. Coprire la ciotola con pellicola trasparente e mettere il tutto in frigorifero. Passare due volte al setaccio la ricotta fino ad ottenere una crema liscia e soffice. A questo punto unire alla crema il cioccolato a gocce e, se piace, l'arancia candita tagliata a piccoli dadini. Porre la farcia ottenuta in frigorifero in una ciotola coperta con pellicola trasparente.

Confettura con marmellata d’ arance

La Marmellata di Arance rosse biologica è lavorata artigianalmente ed arricchita da scorzette.
Grazie all’escursione termica giorno notte, gli aranceti siti alle pendici dell’Etna danno vita a un frutto dal sapore e dalle caratteristiche organolettiche uniche, dalla tipica pigmentazione rossa.
Coltivate con metodo biologico, senza l’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi, le arance vengono raccolte, a maturazione ottimale, tra Gennaio e Febbraio, e selezionate manualmente.
Lavorata artigianalmente con zucchero di canna ed arricchita da finissime scorzette, spalmata su una fetta di pane è l’ideale per squisite colazioni.
Libera Terra è l’anima agricola delle cooperative che, sotto il segno dell’Associazione Libera, gestiscono i terreni e gli impianti confiscati alle mafie, condividendo il progetto di riscatto con tanti produttori del sud Italia.

Anto' - Primitivo


Questo primitivo è dedicato alla memoria di Antonio Montinaro. Al servizio di scorta del giudice Giovanni Falcone, morì nella strage di Capaci il 23 maggio 1992 a soli 29 anni. Gli amici lo chiamavano allegramente "pesciolino".


Vitigni : Primitivo 100%

Tipologia : Salento Indicazione Geografica Tipica

Annata : 2010

Viticoltura : biologica certificata

Gradazione Alcolica : 13,5%

Vendemmia : manuale, l'11 ottobre 2010 in cassette da 18 kg

Vinificazione : macerazione per 10 giorni, fermentazione del mosto a temperatura controllata di 25°C

Maturazione : in tonneau per 13 mesi

Affinamento : almeno tre mesi in bottiglia prima della messa in commercio

Questo primitivo è dedicato alla memoria di Antonio Montinaro. Al servizio di scorta del giudice Giovanni Falcone, morì nella strage di Capaci il 23 maggio 1992 a soli 29 anni. Gli amici lo chiamavano allegramente "pesciolino".




Struffoli

Ricetta

Ingredienti per 10 persone

Farina 600 gr
- Uova 4 + 1 tuorlo
- zucchero 2 cucchiai
- burro 80 gr
- 1 bicchierino di limoncello o rum
- Scorza di mezzo limone grattuggiata
- Sale un pizzico
- olio (o strutto) per friggere
Per condire e decorare
-Miele 400 gr
-confettini colorati
-confettini cannellini
-100 gr di arancia candita, 100 gr di cedro candito, 50 gr di zucca candita

Procedimento

Disporre la farina a fontana sul piano di lavoro, impastarla con uova, burro, zucchero, la scorza grattugiata di mezzo limone, un bicchierino di rum e un po’ di sale. Ottenuto un impasto omogeneo e sostenuto, dargli la forma di una palla e farlo riposare mezz'ora. Poi lavorarlo ancora brevemente e dividerlo in pallottole grandi come arance, da cui ricavare, rullandoli sul piano infarinato, tanti bastoncelli spessi un dito. Tagliarli a tocchettini e disporli senza sovrapporli su un telo infarinato.
Al momento di friggerli, porli in un setaccio e scuoterli in modo da eliminare la farina in eccesso.
Friggerli pochi alla volta in abbondante olio bollente, prelevarli gonfi e dorati, non particolarmente coloriti. Sgocciolarli e depositarli ad asciugare su carta assorbente da cucina. Far liquefare il miele a bagnomaria in una pentola abbastanza capiente, toglierla dal fuoco e unire gli struffoli fritti, rimescolando delicatamente fino a quando non si siano bene impregnati di miele. Versare quindi la metà circa dei confettini e della frutta candita tagliata a pezzettini e rimescolare di nuovo.
Prendere quindi il piatto di portata, mettervi al centro un barattolo di vetro vuoto (serve per facilitare la formazione del buco centrale) e disporre gli struffoli tutt'intorno in modo da formare una ciambella. Poi, a miele ancora caldo, prendete i confettini e la frutta candita restanti e spargeteli sugli struffoli in modo da ottenere un effetto esteticamente gradevole. Quando il miele si sarà solidificato, togliete delicatamente il barattolo dal centro del piatto e servite gli struffoli.


N.B.:

Questa è la ricetta tradizionale caratterizzata dall'assenza di lievito per ottenere struffoli particolarmente croccanti. Nel caso si preferiscano più morbidi, si può aggiungere all'impasto un pizzico di bicarbonato o di ammoniaca per dolci. In questo caso, la pasta deve riposare alcune ore.


Storia del miele di zagara d’arancio

La certosina cura delle api e la lavorazione a temperatura non superiore ai 40 gradi fanno del Miele di Zagara d'Arancio Libera Terra un nettare dalla cremosità naturale, ricco dei profumi della zagara di Sicilia.
Gli apiari risiedono negli aranceti siciliani, fra Catania, Siracusa ed Agrigento. Il miele viene raccolto secondo i tempi dettati dalla natura, nel rispetto delle api e dei loro ritmi di lavoro.
Smielati i favi e ultimato il periodo di decantazione, il miele viene filtrato e confezionato senza alcun trattamento termico di pastorizzazione. Ultimato il confezionamento, i vasetti vengono lasciati maturare in ambienti a temperatura controllata per favorire la formazione dei cristalli, garantendo una cremosità soffice e assolutamente naturale.
Il miele di Zagara d’Arancio di Sicilia Libera Terra è il frutto del lavoro delle Cooperative che gestiscono le terre confiscate alle mafie e degli apicoltori del sud Italia che ne condividono il progetto di riscatto.


Filari de sant' antonii - negroamaro


Vitigni : Negroamaro 100%

Tipologia : Salento Indicazione Geografica Tipica

Annata : 2012

Viticoltura : biologica certificata

Gradazione Alcolica : 13,5%

Vendemmia : manuale, prima metà di settembre

Vinificazione : diraspatura, macerazione per 12 giorni, fermentazione del mosto per 10 gg. a temperatura controllata di 25°C

Maturazione : in vasche di acciaio per circa 6 mesi

Affinamento : almeno due mesi in bottiglia prima della messa in commercio






Renata Fonte - Negroamaro

Vitigni : Negroamaro 100%

Tipologia : Salento Indicazione Geografica Tipica

Annata : 2010

Viticoltura : biologica certificata

Gradazione Alcolica : 13,5%

Vendemmia : manuale, prima decade di settembre

Vinificazione : macerazione per 12 giorni, fermentazione del mosto a temperatura controllata di 25°C

Maturazione : in tonneau per 12 mesi

Affinamento : almeno due mesi in bottiglia prima della messa in commercio

Vini consigliati




Paccheri ripieni al raghù e mozzarella

Ricetta


Ingredienti

• Carne trita mista
• Carote medie
• Cipolle
• Salsa di pomodoro
• Prezzemolo fresco
• Aglio
• Alloro
• Olio d’oliva
• Sale, pepe e noce moscata, origano
• Paccheri

Procedimento


Per il ragù

Mettere in padella un filo d’olio con un trito di carote, cipolle, prezzemolo e aglio e far soffriggere.
Sbriciolare la carne e far rosolare fino a quando non cambi di colore. Aggiungere la salsa di pomodoro. Aggiustare di sale, pepe, noce moscata e origano. Aggiungere l’alloro e lasciar cuocere per un’ora e mezza circa.

Per la pasta

Scottare i paccheri in acqua salata per qualche minuto, scolarli, farli raffreddare e disporli in una placca per mantenere la forma.
Quando il ragù è pronto, farlo intiepidire e riempire i paccheri con il ragù, aggiungendo anche la mozzarella a dadini all’interno.
Disporli su una teglia da forno “sporcata “ di ragù in precedenza.
Aggiungere un filo d’olio sui paccheri, una grattugiata di grana e infornare a 200°C per 20/30 minuti.


PACCHERI DI GRAGNANO


Dal grano della terra di camorra sono nati i "Paccheri" di don Peppe Diana.
Il grano è quello prodotto su un bene confiscato a Pignataro, raccolto ai primi di agosto da decine di ragazzi provenienti da tutt'Italia, arrivati a Castel Volturno, in un terreno confiscato al camorrista Michele Zaza,  per  contribuire a creare la prima cooperativa Libera Terra della Regione Campania.
Il pacco reca la scritta "Il g(i)usto di Campania - Le terre di don Peppe Diana" e contiene paccheri artigianali fatti dai pastai di Gragnano, per sostenere la nascita della cooperativa "Le terre di don PeppeDiana".
Durante la lavorazione la pregiatissima semola viene trattata con metodo artigianale ed essiccata lentamente a basse temperature, per mantenere inalterato lo straordinario gusto del miglior grano duro raccolto sui terreni confiscati alla camorra nel comune di Pignataro Maggiore (CE), unito a quello coltivato dalle cooperative che gestiscono i terreni confiscati alla mafia e dagli agricoltori campani e del sud Italia che ne condividono il progetto di riscatto. Non è impiegato alcun diserbante nocivo per l'uomo e per l'ambiente. Questa pasta è dedicata a Don Peppe Diana, il prete ucciso nella sua Chiesa il 19 marzo 1994 a Casal di Principe per non aver mai chinato la testa davanti alla violenza e all'arroganza della camorra.





Intervista a Don Ciotti

Con il rapimento nel 2009 di Lea Garofalo e il ritrovamento del suo corpo, con i funerali pubblici quattro anni dopo la sua morte, Milano si è svegliata, accorgendosi ad un tratto che le mafie sono, anche al nord, pervasive e potenti.
Don Ciotti disegna i contorni di un fenomeno “capillarmente diffuso” che, logora in profondità la legalità e la giustizia e colpisce al cuore la dignità della persona. Ma le mafie si possono sconfiggere se la politica, la Chiesa e la comunità civile faranno la loro parte.

INTERVISTA IMMAGINARIA A DON CIOTTI

Nel realizzare questa intervista abbiamo utilizzato alcune dichiarazioni rese da Don Ciotti al settimanale Famiglia Cristiana il…

• DA QU ANTI ANNI ESISTE LA CAMORRA?

La Camorra esiste da 400 anni, da oltre 150 Cosa Nostra, la ’ndrangheta è solo poco più giovane.

• DOVE SI TROVA LA MAFIA?

Le mafie si trovano in tutta Italia, hanno radici al Sud, ma i frutti, da qualche tempo, li producono al Nord con grande stupore delle persone; infatti, già nel 1983 un delitto di mafia uccide a Torino il magistrato Bruno Caccia.

• COME AGISCE LA MAFIA OGGI?

Oggi uccidono di meno, riciclano di più; con la loro capacità di anticipazione e adattamento, hanno saputo inserirsi nei meccanismi dell’economia “immateriale”, aumentando i profitti e diminuendo l’allarme sociale.

• IN CHE MODO LA MAFIA INFIERISCE AL SUD?

Al Sud, dove i diritti fondamentali delle persone sono tuttora compromessi, dove non c’è lavoro, il sistema sanitario non funziona, la scuola di qualità non è garantita a tutti, e, come in Calabria in maniera particolare, si vive un isolamento da parte del paese, ci si convince che il potere della mafia assicura ciò che il potere dello Stato nega.

• COSA COMPORTA L’ ARRESTO DI UN MAFIOSO?

L’arresto di un mafioso non dà i risultati che ci aspetteremmo perché le ragioni per le quali egli era potente e aveva consenso sociale, non vengono meno. Al Nord la rimozione del fenomeno ha accompagnato un’infiltrazione profonda ed invasiva.

• PERCHE’ NON RIUSCIAMO A CONTRASTARE LA MAFIA?

Ci siamo ostinati a dire che il problema riguardava le regioni meridionali senza capire che il vero guadagno le mafie lo realizzano al Nord. Sono state capaci di approfittare dell’economia malata di questi anni, mentre noi non ci siamo dati gli strumenti per contrastarle. Ci ostiniamo a non capire che al pizzo o all’estorsione corrispondono i silenzi delle banche, la mancanza di una legislazione adeguata sulla trasparenza e di contrasto dei paradisi fiscali, del riciclaggio e dell’auto-riciclaggio.
La verità, è che loro sanno anticipare il cambiamento più di noi. Tanto sanno restare legati alle tradizioni anche arcaiche tanto sanno stare nella modernità.
Noi abbiamo smarrito il senso della famiglia, della terra, delle radici e non abbiamo gli strumenti, o non vogliamo averli, per stare dentro questa modernità.

• DA COSA NASCE IL PROBLEMA DELLE MAFIE?

Il problema delle mafie nasce innanzitutto da un deficit di cultura e responsabilità. La loro espansione si avvale di coscienze addormentate e indifferenti.

• QUAL È IL PRIMO IMPEGNO PER COMBATTERE LA MAFIA?

Il primo impegno dovrebbe essere quello di smontare il convincimento che l’illegalità è conveniente, al contrario produce povertà, paura e violenza.

• C’E’ UN RAPPORTO TRA POLITICA E MAFIA?

Penso che la politica dovrebbe riuscire a emettere un giudizio su se stessa prima ancora che emergano reati. So che c’è una politica che in alcune zone del paese con il voto di scambio tiene la società sotto ricatto e abitua la comunità a essere ricattata. Se invece di rafforzarti nella tua dimensione di cittadino, riconoscendo i tuoi diritti, ti tengo legato ai miei favori ti rendo permeabile ai poteri mafiosi.

• DI QUALI STRUMENTI DISPONIAMO PER CONTRASTARE LA MAFIA?

Disponiamo di strumenti di contrasto efficaci, come la legge sulla confisca dei beni e il loro uso sociale.

• CI SONO DEI PROBLEMI RIGUARDANTI LA LEGGE DEI BENI CONFISCATI?

Ci sono dei meccanismi che rallentano l’iter di confisca e di assegnazione. C’è il problema delle aziende, di cui solo una minima parte è riuscita a sopravvivere. Problemi che chiedono risposte all’altezza, perché quella dei beni confiscati è una partita che non possiamo permetterci di perdere.

• PERCHE’ SI DEVE ISTITUIRE L’ALBO DEGLI AMMINISTRATORI DEI BENI CONFISCATI?

Per evitare, come purtroppo accade, che a gestire le imprese sequestrate ci siano prestanome dei mafiosi.

Couscous alle verdure

Couscous alle verdure

Il Cous Cous Libera Terra è frutto di un’accurata lavorazione della migliore semola di grano duro proveniente dai terreni confiscati alle mafie. Il Cous Cous è un antichissimo cibo di origini berbere, da sempre considerato simbolo dello scambio e dell'integrazione culturale che ha caratterizzato i popoli del mediterraneo, diventando in Sicilia un prodotto tipico della tradizione gastronomica.

Ricetta

Ingredienti per il couscous

• Couscous
• Acqua
• Olio extravergine
• Burro

Ingredienti verdure

• Carote
• Melanzane
• Pomodori
• Cipolla
• Aglio
• Zucchine
• Olio
• Sale
• Basilico

Procedimento

Lavate, asciugate e tagliate a tocchetti piuttosto piccoli la melanzana che salerete e porrete in un colapasta per almeno venti minuti a perdere la propria acqua. Per preparare il couscous mettendo l’acqua in una pentola larga e capiente e portatela ad ebollizione, poi versatevi un cucchiaino di sale, aggiungete il couscous a pioggia, due cucchiai di olio, mescolate e poi spegnete il fuoco. Livellate bene il couscous con un cucchiaio e lasciate riposare due minuti in modo che la semola assorba l’acqua. Trascorso il tempo necessario, aggiungete due noci di burro, fate cuocere dolcemente per altri due minuti, poi spegnete il fuoco e, servendovi di una forchetta, sgranate bene il couscous che lascerete da parte. A questo punto lavate e tagliate a cubetti la zucchina, la carota e i pomodorini. Sbucciate l’aglio, tagliate a pezzettini il peperoncino e poneteli a rosolare in una padella capiente assieme a cinque cucchiai di olio e il cipollotto tritato. Aggiungete quindi le carote, le zucchine e le melanzane sgocciolate. Fate stufare a fuoco dolce per altri cinque minuti fino a che le verdure saranno leggermente cotte, ma non sfatte, poi salate e spegnete il fuoco. Appena le verdure saranno intiepidite, unite i pomodorini e versate tutto in un contenitore insieme al couscous e qualche foglia di basilico spezzettato. Servite il couscous alle verdure guarnendolo con foglie di basilico.

mozzarella in carrozza

Storia della mozzarella in carrozza

Nata nel nei primi anni dell’ottocento nel regno delle Due Sicilie , ai tempi di Re Ferdinando II come piatto povero, di “riciclo” , del pane raffermo e della mozzarella ormai vecchia, nasce quasi sicuramente ispirandosi ai primi 7 km di ferrovia che vennero costruiti nel 1839. In Carrozza, cioè racchiusa tra le due fette di pane che stanno a rappresentare il cocchio, è oggigiorno divenuta un piatto standardizzato, da “Autogrill”, ma anche un piatto rinomato servito nei migliori ristoranti, anche se ovviamente gli ingredienti non son più quelli poveri e di recupero d’un tempo, ma materie prime di ottima qualità.

Ricetta

Ingredienti

450 g circa di mozzarella
16 fette di pane raffermo alte circa 1 cm
farina
2 uova
latte
olio per friggere
sale q.b.

Procedimento

Tagliare la mozzarella in 12 fette più o meno uguali, per dimensione e altezza, alle fette di pane. Collocare una fetta di mozzarella tra le due di pane, premendo leggermente il tutto perché rimanga compatto. Procedere allo stesso modo per tutti gli altri tramezzini. Infarinarli ed immergerli nelle uova sbattute insieme con un dito di latte e una presa di sale. Fare in modo che il pane si inzuppi bene nell’uovo, assorbendolo in modo uniforme. Far riscaldare abbondante olio in una padella; quando sarà caldissimo, tuffarvi i tramezzini, pochi per volta per non abbassare la temperatura dell’olio, e cuocerli finché saranno ben dorati. Passarli su carta assorbente da cucina in modo da eliminare l’unto in eccesso e servirli immediatamente.

Le origini della mozzarella

Dalla piana del Volturno la Cooperativa Le Terre di Don Peppe Diana Libera Terra produce mozzarella e ricotta di bufala. La Mozzarella di Bufala Campana è un formaggio fresco a pasta filata dalle straordinarie caratteristiche organolettiche, che la Cooperativa produce con raro latte proveniente da bufale a pascolo. È possibile acquistare la Mozzarella di Bufala con diverse grammature, che vanno dai 100 gr ai 250 gr, confezionate in busta; la consegna avviene in tempi brevissimi via corriere.

Dessert


Primi piatti

Couscous alle verdure


Antipasti


Bruschetta


Mozzarella in carrozza

giovedì 8 maggio 2014

Bruschetta

Bruschetta
La bruschetta è una specialità tutta italiana che nasce dalla tradizione popolare e contadina, nei tempi in cui il pane era un lusso e una volta diventato secco non veniva certamente buttato via. La bruschetta era infatti un modo fantasioso ed originale, tipicamente italiano, di riarrangiare un ingrediente prelibato e raro, il pane, per dargli nuova vita e nuovo sapore attraverso 3 o 4 ingredienti tipici del mediterraneo e della sua cultura culinaria. Attraverso il formaggio, le verdure, l'olio e le gli aromi il pane secco veniva trasformato in uno spuntino ricco sia dal punto di vista del sapore che degli ingredienti. Al giorno d'oggi la bruschetta ha cambiato totalmente funzione ed è entrata a far parte di quegli alimenti da bar a metà strada fra l'antipasto, il contorno e lo stuzzichino. La ricchezza degli ingredienti attualmente disponibili sul mercato ha fatto nascere bruschette di ogni tipo e di ogni gusto, dando carta bianca alla fantasia degli amanti del genere.

Pomodorini di Puglia essiccati al sole
Questo pomodorino è il frutto del lavoro delle Cooperative che gestiscono le terre confiscate alle mafie e degli agricoltori del sud Italia che ne condividono il progetto di riscatto.
Il pomodorino fiaschetto brindisino, varietà autoctona del brindisino, è parte della storia di queste terre. Coltivato con metodo biologico certificato e senza sostanze chimiche di sintesi, viene raccolto manualmente nel periodo estivo.
Il pomodorino viene lavorato secondo la tradizione: spaccato e salato a mano, viene steso su reti e lasciato essiccare al sole di Puglia per almeno 36 ore, condito e conservato sott’olio senza l’aggiunta di conservanti. Dal sapore forte e deciso, ricchissimo di proprietà nutrizionali, è ottimo gustato in ricche insalate e per accompagnare salumi e formaggi.

Patè di Oliva Cellina
Il Patè di Oliva Cellina Libera Terra è frutto della lavorazione di olive selezionate monocultivar, arricchite con olio extravergine di oliva. La varietà Cellina di Nardò, caratteristica della Puglia meridionale ed in particolare di Torchiarolo (BR), viene raccolta nel periodo di ottobre- novembre ad invaiatura appena iniziata. Ottimo per stuzzicanti aperitivi e raffinati antipasti, spalmato su friselline e crostini. L'oliva Cellina è il frutto del lavoro delle Cooperative che gestiscono le terre confiscate alle mafie e degli agricoltori del Sud Italia che ne condividono il progetto di riscatto
Paté di Carciofo
Il Paté di carciofo è ottenuto dal carciofo violetto brindisino che è caratterizzato da capolini di forma ovoidale con foglie senza spine che presentano evidenti sfumature violette. Coltivato da ottobre a fine maggio, viene raccolto manualmente recidendo il gambo a 10 cm dal capolino. Il Patè di Carciofo Libera Terra, leggero e delicatissimo, è indicato per stuzzicanti aperitivi e raffinati antipasti, spalmato su friselline e crostini o come guarnizione in piatti di carne e pesce diluito con olio extravergine di oliva.